- Ascoltami Anhyan, è di vitale importanza che tu comprenda ora le mie direttive. Non potrò più intervenire, in avanti, per darti spiegazioni. E’ importantissimo, quindi, che tu capisca adesso!
- Vi sto ascoltando, Signore. – feci.
Il tono del Vescovo era calmissimo, come un potente fiume che scava, a viva forza nelle ere, canyon… Continuò:
- Capitano, dobbiamo procedere a un ‘recupero’.
- Un Protocollo Delta U10?
- Esattamente, ma è obbligatorio un silenzio assoluto sulla faccenda. I tuoi unici referenti per qualsiasi comunicazione a riguardo, dovrà essere solo, ripeto, solo, chi è presente in questa sala. E’ ovvio che l’unico superiore al quale puoi rivolgere la parola, qui dentro sia io. Perciò a me e solo a me, parlerai se incontrerai problemi. Ma considera questo: nel luogo dove verrai spedito, è probabile che non potremmo contattarci. Sari tu solo laggiù. Forse non potrai neppure inviarmi alcun messaggio dal ripetitore cerebrale. Sarai al buio totale. Se ti dovesse accadere di morire, o peggio, non esiteremo a incenerire all’istante il tuo corpo. Non potrai essere catturato, il tuo ceppo genetico è stato selezionato con un’alterazione cellulare, grazie alla quale, il tuo corpo potrà esplodere all’improvviso, senza lasciare traccia alcuna. So che lo sai. Tutti i ‘latori dei Culti Misterici dei Lacerta’ ne sono consapevoli. Non possiamo permetterci errori su questo terreno.
Quelle parole, proferite in modo tanto freddo, quanto asettico, mi diedero la nausea. Non ricordo la prima volta che i miei occhi incontrarono lo sguardo delle iridi blu cobalto, glacialmente luminose, del Vescovo. Ma di certo pochissimo altro poterono aver visto prima. Di mia madre? Nessun ricordo. Solo attimi. Ho sentito per alcuni istanti il battito cardiaco di mia madre. Era la mia terra allora. Il mio primo mondo scoperto: il torace di mia madre sul quale udii quel tonfo profondo e affaticato. Poi non c’è stato altro, solo gli occhi blu dei Vescovi.
Per tutta la vita sono stato sbattuto di mondo in mondo, a combattere, o a ‘recuperare’. Da quando assursi al grado di tenente divenni un recuperatore.
Bruciante di sapere quale fosse il mio destino, cercai di accelerare i tempi:
- Signore, mi permetto di chiedervi dettagli sul protocollo U10…
- Certo. Apprezzo la tua voglia di lavorare.
Con movimenti lenti e maestosi il Vescovo si spostò sul pannello di trasmissione olografica. Fece danzare il dito in aria e immediatamente si configurò su una parete liquida la sequenza dei cerchi della ‘shunza mnir’, la nostra mappatura dei quadranti tempo-spaziali. Il Vescovo eseguì un elegante minuetto con l’indice della mano, colpendo uno di quei cerchi, il quale reagì come uno stagno colpito da un sasso improvviso.
Espanse i suoi cerchi concentrici, sino a renderli vasti come la nostra stessa stanza. Poi il panorama divenne familiare: la sequenza dei enpeptidi, i nostri punti di riferimento del tempo-spazio.
- Queste sono le coordinate del luogo in cui avverrà il recupero. – fece il Vescovo.
Osservai bene il complesso disegnato dalla sequenza e replicai:
- Signore, non è il mondo verso cui stiamo navigando?
- Lo è. Ma non devi preoccuparti di questo. Conosciamo quella regione meglio dei suoi stessi abitanti.
- E’ abitata dagli umani, non è vero?
- E’ vero. Ma non credere che siano simili ai nostri sacerdoti, caro Anhyan. Gli umani terrestri sono un’altra razza…
- E…e in cosa differirebbero dai loro simili sacerdoti?
- Prima di tutto la maggior parte di essi è per lo più un gregge anonimo, che ha impulsi piuttosto bassi, facili a contenersi. Sono millenni che riusciamo a contenere la loro smania di caos, attraverso un controllo pedissequo e costante di questi infimi bisogni. E se qualcuno fra loro dovesse scoprire di poter essere migliore, superando i suoi imi istinti, come semplice reazione non faremmo altro che aumentare i suoi bisogni.
- Sono tutti così?
- Non tutti, ma la maggior parte. Ma poiché tu dovrai lavorare con ‘quel non tutti’ devo metterti in guardia. Se scoprono la tua identità o ti beccano nella dimensione U10-Uno, dove agirai, per te non ci saranno speranze, ti scanneranno… E credimi, se si distaccano dal gregge dei loro simili, questi soggetti diventano molto abili nel percepire i tuoi passaggi. L’U10-Uno è il parallelo dimensionale più pericoloso, per chi deve lavorare a fianco a questi individui. Ma è l’unico che consente di poter interferire ottimamente con la dimensione del loro mondo. Ti dirò: in diecimila anni di lavoro con questo sparuto gruppo di umani, ho perduto molte unità. Ti confido ancor più: su cento missioni di recupero, solo due o tre, sono tornate. E’ un gigantesco sacrificio di elementi validissimi, un colossale dispendio di risorse nella selezione delle linee di sangue della tua specie, adatte a questo scopo, con uno scopo sacro. Per questo fine tu partirai consapevole di morire, tacendo sulla tua triste sorte.-
- Ho giurato questo, Signore. La morte non mi preoccupa affatto.
In realtà in quell’istante mi fulminò la mente un pensiero: nessuno mi diede un’alternativa. Lo ‘Scopo Sacro’ dei miei superiori era da sempre stato il mio unico domani.
Il Vescovo annuì: - Bene, allora procediamo con l’esposizione dei dettagli.
Ascoltai quindi la missione
- Il recupero avverrà su un soggetto umano, il quale pare acquisito alcune informazioni, di cui non siamo certi sull’origine. Pensiamo però che il Rivelatore sia un elemento ostile, o, peggio, un Traditore Lacerta. –
Con un groppo nella gola, chiesi il motivo di tale idea.
Il Vescovo mi rispose: - Perché quel soggetto conosce la matrice delle Tavole Misteriche, e si tratta di un’informazione assolutamente irraggiungibile per un abitante di quel mondo. E’, quindi, logico che possieda un canale di informazione. E l’unico canale oltre il Rango Nero, o un Lacerta della tua linea di sangue, può essere solo un Elemento Ostile.
- Un…un Elemento Ostile?.... – balbettai con ansia crescente.
- Sì, ha inteso bene. –
- C’è da preoccuparsi? Come faccio a battermi se lo incontro? Non possiedo uno stato adeguato a sostenere un duello…- continuai
- Lo so benissimo. I Lacerta non hanno ma combattuto con un Elemento Ostile. A dire il vero non sappiamo neppure che reazioni potresti avere nell’incontrarlo.
- Ma se devo affrontarlo, non mi sottrarrò al mio destino.
Usai l’indicativo anziché il congiuntivo, poiché reputavo ormai tutta quella storia come la sottile, perversa, punizione del Vescovo alla mia sete di filosofia… E perciò la sentivo come una condanna inalienabile dal mio futuro.
- Benissimo. – esclamò, replicando alla mia affermazione – Mi rallegro nel poter essere servito da un così efficiente graduato. Terrò molta considerazione del tuo coraggio se riuscirai a uscirne vivo, Capitano. –