INTRODUZIONE

Lacerta2: La storia della guerra...

mercoledì 16 settembre 2009

domenica 13 settembre 2009

A proposito di Alieni....

ALCUNE PRECISAZIONI SULLA NATURA DEGLI ALIENI

In questi racconti si parla di alieni.
Poiché la razza di cui si narra possiede una prismatica varietà genetica, dobbiamo rendere edotto chiunque si accosti a questa storia a cosa sta per andare incontro.
Anzitutto molti hanno sentito sempre parlare di Alieni Clandestini, Alieni del Contratto, del Massimo Comune Sistema e degli Staigh, come fossero realtà contrapposte e in antitesi fra loro. Non siamo lontani da quanto accade effettivamente nella realtà, ma alcuni dettagli occorrono al lettore per orientarsi in quanto sta succedendo nella realtà del nostro mondo.
Cominciamo allora a chiarire perché vengono adoperati alcuni nomi e su quante razze vivano attualmente sul nostro pianeta.
Vi sono due tipologie aliene note oggi con le rispettive sottoclassi.
Sia la Classe Lacertana, quanto quella Sideriana fanno parte di una Superfamiglia, l’IPERCLASSE: Sirianae Gens.

Sulla Terra vige una classificazione ‘indigena’ ossia stipulata sulla base di un accesso linguistico umano, vediamo queste 2 classi aliene:

IPERCLASSE
SIRIANAE GENS

(Sirianidi)

CLASSE
Lacerta Lacerta
Con 2 sottoclassi:
Lacerta Allaghèna
Lacerta Koisseghèna

CLASSE
Siderian Mammalian Sapiens Sapiens
Con 1 sottoclasse:
Siderian Reptilmammalian


Quindi sia i sideriani quanti i lacertiani sono imparentati dallo status filogenetico dei Sirianidi. Questa prospettiva di catalogazione biologica può incontrare molte resistenze nella logica terrestre. Infatti rettili e mammiferi non possono stare sotto lo stesso tetto di un’unica famiglia. Eppure si decise all’inizio della storia in questione di porre entrambe le specie sotto il medesimo albero genealogico. Perché? Per ragioni sia anatomiche, quanto ‘politiche’. Le ragioni anatomiche: i sideriani come i lacertani possiedono una struttura ossea molto simile. Uno scheletro dalla forma quasi identica se si escludono le sovrastrutture del cranio lacertiano. Ma soprattutto per un’incredibile occasione biologica, mai riscontrata prima nel nostro mondo: le due classi possono accoppiarsi ed essere feconde fra loro, generando ibridi nei casi:

Femmina Lacertana Maschio Sideriano :
Maschio ibrido fertile Femmina ibrida non fertile

Femmina Sideriana Maschio Lacertano:
Maschio ibrido non fertile Femmina ibrida fertile

Maschio Ibrido Fertile Femmina Lacertana :
ibrido Asessuato o casi di ermafroditismo

Femmina Ibrida Fertile Maschio Lacertano:
ibrido non fertile asessuato

Maschio ibrido fertile Femmina Sideriana:
ibrido femmina o maschio fertile

Femmina ibrida fertile Maschio Sideriano:
ibrido femmina o maschio non fertile



quindi abbiamo casi di ibridazioni interfeconde.

Il motivo politico riguarda la consuetudine aliena di considerarsi biologicamente parte di una stessa nomenclatura filogenetica, al fine quindi di non incorrere in atti di scorrettezza diplomatica, abbiamo deciso di includere nella nostra classificazione queste razze assieme.

La Specie Ibrida : Allaghè 02

mercoledì 9 settembre 2009

lunedì 7 settembre 2009

La Lingua del Lacerta I

I Linguaggi Arakonèta

sabato 5 settembre 2009

lunedì 20 luglio 2009

I GIORNI DEL SAURO 9

Il soggetto umano.
Non avevo la minima idea, ancora, dell’umano che avrei fra non molto dovuto seguire e prelevare, suo malgrado. Il Vescovo mi consegnò la documentazione. Lessi con scrupolo ogni dettaglio genetico sulla sua cartella, quindi predisposi il computer, per attivare la stanza di realtà virtuale. In genere gran parte del mio studio sul soggetto segue la ricostruzione dell’ambiente dove vive. Rigenero, attraverso i dati raccolti dai ‘Puntatori’ (gente addestrata, selezionate in apposite linee di sangue, messa alle calcagna dei soggetti da prelievo, allo scopo di intercettarli e fornirci informazioni precise su quanto li circondi), l’ambiente umano a livello virtuale. Lì mi alleno a muovermi, per non lasciare al caso troppe cose. Un’altra importante sezione del mio studio preliminare, la ottengo parlando direttamente col ‘mio Puntatore’. Ogni ufficiale di Prelievo possiede un suo ‘Puntatore’. I due sono legati da un rapporto gerarchico diretto di ‘superiore’ (il Prelevatore) e ‘subalterno’ (il Puntatore). E’ come un cacciatore col suo cane da ferma. E un prelievo è un’azione di caccia.
Mentre scorrevo le sequenze cromosomiche generiche del soggetto umano HPL021, e la sua prima schedatura, la mia ansia da prestazione professionale andava placarsi.
‘Femmina, 25 anni, razza caucasica… Istruzione: laurea in letteratura medioevale.
Sport attuale: equitazione (non agonistica), Sport eseguiti in passato: Sci di Fondo (non agonistica)…’
Un soggetto in apparenza ‘tranquillo’ dunque. Pensai. Sport e Studi mi portavano a credere di dover affrontare una creatura senza particolari propensioni alla violenza. Non avrei dovuto combattere, quindi.
La missione, se non fosse per le inquietanti raccomandazioni preliminari del Vescovo, non sembrava destare preoccupazioni.
Avrei dovuto incontrare il Puntatore in quel giorno, di notte. Era di ritorno dal mondo umano da poche ore, e stava decomprimendosi in una apposita sala. La ‘decompressione’ è soprattutto a livello mentale. Il Puntatore, letteralmente, ‘riempie’ di informazioni la sua mente e il suo sistema nervoso. La selezione operata in modo compiuto e mirato dai Vescovi, sul codice genetico dei Puntatori ne ha potenziato in maniera sconfinata la portata della memoria. E del resto, la sua capacità mentale. Un Puntatore raccoglie le immagini, i suoni e gli odori, in un modo tanto veloce tanto da non essere eguagliato ancora da alcun tipo di tecnologia cinematografica.
C’è un effetto collaterale molto serio: il Puntatore se non ‘decomprime’ la sua mente e la sua memoria dalle informazioni più emotive, entrate attraverso un fortissimo legame empatico con il ‘Puntato’, viene a soffrire di una seria e letale crisi di identità.
E non è destino di un Puntatore morire di vecchiaia. Ormai è frequente che questi individui muoiano suicidi o drogati. La decompressione non è ancora un processo stabilizzato.

Ormai era l’ora dell’appuntamento.
Nella stanza dell’incontro si presentò il mio subalterno.
- Capitano, sono a tua disposizione. – fece il Puntatore con la solita formula di rito.
Lo salutai, e lo feci accomodare.
- Possiamo cominciare il nostro studio? – chiesi, sapendo delle difficoltà della
decompressione. Lui fece un cenno positivo.
Bene, allora cominciamo. – ripresi – Tanto per iniziare: fammi un profilo caratteriale del soggetto.
Il Puntatore si schiarì la voce e fissò lo sguardo verso un punto invisibile della stanza, come se vi fosse spiegato un telone cinematografico innanzi a lui. Attese per un istante, come se quel ‘cinema’ imponderabile davanti a lui dovesse prendere a trasmettere…Pazientati. Un Puntatore agisce secondo diversi processi cognitivi.
Quindi parlò, in un rivo selvaggio di associazioni fra idee e immagini mentali
- La Donna è molto dotata. Possiede un’energia visiva eccezionale, è dentro di se l’antico mestiere delle Parole. Nessuno glielo ha insegnato, arriva da una memoria sconfinata. C’è molto calore attorno a lei. La sia presenza è manifestata attraverso l’onda impetuosa dei suoi pensieri. –
Fermai la descrizione del Puntatore. E gli chiesi un’altra informazione:
- Vorrei adesso una panoramica ambientale attorno al soggetto.
Il Puntatore ebbe un’espressione simile a un cameraman intento a spostare la sua cinepresa su un ampio obbiettivo.
- Ella è attorniata da un rovo di spine. Molti si sono avvicinati alla Donna con scopi oscuri. Cercavano il Libro Mastro del Mestiere.
Sobbalzai. Forse stavamo puntando il giusto bersaglio. Però attesi ancora un po’ prima di intervenire sul beraglio, cercando una visuale ancora più ampia per capire ogni dettaglio. Chiesi, ancora:
- Bene, adesso però gradirei un panorama ancora più ampio. Dimmi fin dove puoi scrutare.
Il Puntatore cercò in quell’insondabile pellicola nella sua mente.
- La Donna è una bambina cresciuta in un Istituto Religioso. Ci sono persone con una divisa attorno a lei.
- Divisa? Potresti zoomare su queste divise?-

...continua...

sabato 11 luglio 2009

I GIORNI DEL SAURO 8

- Ascoltami Anhyan, è di vitale importanza che tu comprenda ora le mie direttive. Non potrò più intervenire, in avanti, per darti spiegazioni. E’ importantissimo, quindi, che tu capisca adesso!
- Vi sto ascoltando, Signore. – feci.
Il tono del Vescovo era calmissimo, come un potente fiume che scava, a viva forza nelle ere, canyon… Continuò:
- Capitano, dobbiamo procedere a un ‘recupero’.
- Un Protocollo Delta U10?
- Esattamente, ma è obbligatorio un silenzio assoluto sulla faccenda. I tuoi unici referenti per qualsiasi comunicazione a riguardo, dovrà essere solo, ripeto, solo, chi è presente in questa sala. E’ ovvio che l’unico superiore al quale puoi rivolgere la parola, qui dentro sia io. Perciò a me e solo a me, parlerai se incontrerai problemi. Ma considera questo: nel luogo dove verrai spedito, è probabile che non potremmo contattarci. Sari tu solo laggiù. Forse non potrai neppure inviarmi alcun messaggio dal ripetitore cerebrale. Sarai al buio totale. Se ti dovesse accadere di morire, o peggio, non esiteremo a incenerire all’istante il tuo corpo. Non potrai essere catturato, il tuo ceppo genetico è stato selezionato con un’alterazione cellulare, grazie alla quale, il tuo corpo potrà esplodere all’improvviso, senza lasciare traccia alcuna. So che lo sai. Tutti i ‘latori dei Culti Misterici dei Lacerta’ ne sono consapevoli. Non possiamo permetterci errori su questo terreno.
Quelle parole, proferite in modo tanto freddo, quanto asettico, mi diedero la nausea. Non ricordo la prima volta che i miei occhi incontrarono lo sguardo delle iridi blu cobalto, glacialmente luminose, del Vescovo. Ma di certo pochissimo altro poterono aver visto prima. Di mia madre? Nessun ricordo. Solo attimi. Ho sentito per alcuni istanti il battito cardiaco di mia madre. Era la mia terra allora. Il mio primo mondo scoperto: il torace di mia madre sul quale udii quel tonfo profondo e affaticato. Poi non c’è stato altro, solo gli occhi blu dei Vescovi.
Per tutta la vita sono stato sbattuto di mondo in mondo, a combattere, o a ‘recuperare’. Da quando assursi al grado di tenente divenni un recuperatore.
Bruciante di sapere quale fosse il mio destino, cercai di accelerare i tempi:
- Signore, mi permetto di chiedervi dettagli sul protocollo U10…
- Certo. Apprezzo la tua voglia di lavorare.
Con movimenti lenti e maestosi il Vescovo si spostò sul pannello di trasmissione olografica. Fece danzare il dito in aria e immediatamente si configurò su una parete liquida la sequenza dei cerchi della ‘shunza mnir’, la nostra mappatura dei quadranti tempo-spaziali. Il Vescovo eseguì un elegante minuetto con l’indice della mano, colpendo uno di quei cerchi, il quale reagì come uno stagno colpito da un sasso improvviso.
Espanse i suoi cerchi concentrici, sino a renderli vasti come la nostra stessa stanza. Poi il panorama divenne familiare: la sequenza dei enpeptidi, i nostri punti di riferimento del tempo-spazio.
- Queste sono le coordinate del luogo in cui avverrà il recupero. – fece il Vescovo.
Osservai bene il complesso disegnato dalla sequenza e replicai:
- Signore, non è il mondo verso cui stiamo navigando?
- Lo è. Ma non devi preoccuparti di questo. Conosciamo quella regione meglio dei suoi stessi abitanti.
- E’ abitata dagli umani, non è vero?
- E’ vero. Ma non credere che siano simili ai nostri sacerdoti, caro Anhyan. Gli umani terrestri sono un’altra razza…
- E…e in cosa differirebbero dai loro simili sacerdoti?
- Prima di tutto la maggior parte di essi è per lo più un gregge anonimo, che ha impulsi piuttosto bassi, facili a contenersi. Sono millenni che riusciamo a contenere la loro smania di caos, attraverso un controllo pedissequo e costante di questi infimi bisogni. E se qualcuno fra loro dovesse scoprire di poter essere migliore, superando i suoi imi istinti, come semplice reazione non faremmo altro che aumentare i suoi bisogni.
- Sono tutti così?
- Non tutti, ma la maggior parte. Ma poiché tu dovrai lavorare con ‘quel non tutti’ devo metterti in guardia. Se scoprono la tua identità o ti beccano nella dimensione U10-Uno, dove agirai, per te non ci saranno speranze, ti scanneranno… E credimi, se si distaccano dal gregge dei loro simili, questi soggetti diventano molto abili nel percepire i tuoi passaggi. L’U10-Uno è il parallelo dimensionale più pericoloso, per chi deve lavorare a fianco a questi individui. Ma è l’unico che consente di poter interferire ottimamente con la dimensione del loro mondo. Ti dirò: in diecimila anni di lavoro con questo sparuto gruppo di umani, ho perduto molte unità. Ti confido ancor più: su cento missioni di recupero, solo due o tre, sono tornate. E’ un gigantesco sacrificio di elementi validissimi, un colossale dispendio di risorse nella selezione delle linee di sangue della tua specie, adatte a questo scopo, con uno scopo sacro. Per questo fine tu partirai consapevole di morire, tacendo sulla tua triste sorte.-
- Ho giurato questo, Signore. La morte non mi preoccupa affatto.
In realtà in quell’istante mi fulminò la mente un pensiero: nessuno mi diede un’alternativa. Lo ‘Scopo Sacro’ dei miei superiori era da sempre stato il mio unico domani.
Il Vescovo annuì: - Bene, allora procediamo con l’esposizione dei dettagli.
Ascoltai quindi la missione
- Il recupero avverrà su un soggetto umano, il quale pare acquisito alcune informazioni, di cui non siamo certi sull’origine. Pensiamo però che il Rivelatore sia un elemento ostile, o, peggio, un Traditore Lacerta. –
Con un groppo nella gola, chiesi il motivo di tale idea.
Il Vescovo mi rispose: - Perché quel soggetto conosce la matrice delle Tavole Misteriche, e si tratta di un’informazione assolutamente irraggiungibile per un abitante di quel mondo. E’, quindi, logico che possieda un canale di informazione. E l’unico canale oltre il Rango Nero, o un Lacerta della tua linea di sangue, può essere solo un Elemento Ostile.
- Un…un Elemento Ostile?.... – balbettai con ansia crescente.
- Sì, ha inteso bene. –
- C’è da preoccuparsi? Come faccio a battermi se lo incontro? Non possiedo uno stato adeguato a sostenere un duello…- continuai
- Lo so benissimo. I Lacerta non hanno ma combattuto con un Elemento Ostile. A dire il vero non sappiamo neppure che reazioni potresti avere nell’incontrarlo.
- Ma se devo affrontarlo, non mi sottrarrò al mio destino.
Usai l’indicativo anziché il congiuntivo, poiché reputavo ormai tutta quella storia come la sottile, perversa, punizione del Vescovo alla mia sete di filosofia… E perciò la sentivo come una condanna inalienabile dal mio futuro.
- Benissimo. – esclamò, replicando alla mia affermazione – Mi rallegro nel poter essere servito da un così efficiente graduato. Terrò molta considerazione del tuo coraggio se riuscirai a uscirne vivo, Capitano. –

Cos'è STAIGHAI...?

Uno Staigh è un clan di esseri alieni che vive nell'illegalità delle tenebre, nel sottosuolo delle grandi città umane terrestri. Vive e muore secondo un oscuro sistema di leggi e riti noti solo a loro, ma pericolosi tanto da mettere in discussione l'Ordime Mondiale o Nuovo Ordine del Mondo degli umani. Poichè l'Ordine Mondialeè sorto sulle basi di uno scellerato patto umano - alieno, questi clandestini si trovano a vivere contro ogni codice, sia sulla terra quanto sul loro pianeta. Un tempo vennero sul mondo umano per combattere e conpuistare il pianeta, poi avvenne il patto e loro si ritrovarono come una 'zavorra' scomoda per i loro stessi capi. Cacciati dal loro mondo perchè reduci pericolosi, interrati dalla memoria umana come criminali di guerra, ora i generali alieni si sono strutturati dei loro regni sotterranei, chiamati gli Staigh, o Staighài nella lingua degli alieni guerrieri, pronti a combattere e a difendere sino all'ultimo soldato la loro nuova e misteriosa esistenza, contro un sistema nato non col combattimento, ma dall'inganno...

Ci sono più cose fra il Cielo e la Terra....

Mozart, Wolfgang Amadeus - Requiem in D minor K 626 - Sequentia. Dies
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I GIORNI DEL SAURO

...Il Diario di Anhyan, e la vita di un equipaggio alieno a bordo di un'Astronave mentre percorre il suo lungo viaggio, verrà pubblicato settimanalmente sul blog....
.....seguiteci nell'abisso delle infinità cosmiche....

...Orazio, di quanto ne sogni la tua filosofia

21. Pilgrims Chorus from Tannhauser (Wagner)
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Bach, Johann Sebastian - Agnus Dei
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LA TRIBU'

Secondo fonti sirianidi, l'organizzazione sociale nella protostoria dei Lacerta, vedeva una compagine simile a quanto si descrive nell'articolo che segue.

E’ la base dell’organizzazione sociale. Questo genere di struttura era preesistente all’avvento del potere di Araman, sia pure con modi, governi e persone molto differenti, la Tribù regolava sia la vita della casata di Shuoon, sia quella della casata di Araman.
Anticamente le Tribù seguivano una sorta di classificazione in base ai loro capi. Vi erano Tribù Sciamaniche, Tribù Guerriere, Tribù Venatorie, Tribù Agricole.
Queste ultime erano tipicamente associate a Shuoon, essendone il nucleo familiare primigenio. Non sussistevano difatti simili famiglie all’interno della Casa di Araman.

Le Tribù Agricole servivano la causa di sfamare il fabbisogno mondiale di cereali e vegetali, in mancanza della carne disponibile per tutti.
Successivamente con la presa del potere totale del Sovrano Intertribale, tali famiglie vennero relegate ai bassi ranghi della piramide politica e tanto che nelle Unioni Tribali i loro capi non hanno potere decisionale.

Il loro è quindi ad oggi un sistema tribale a Stato Passivo. I nobili non hanno cariche pubbliche né rivestono alcuna autorità religiosa. E i magazzini sono gestiti da elementi esterni alle famiglie.
Oggi il sistema della Tribù è rigidamente schematizzato, e non è suscettibile di ammodernamenti. Una Tribù è costituita da almeno venti Famiglie o Gente: I Potentati. Una Famiglia è a sua volta formata da un numero non determinabile di Clan. Se i Clan sono molto numerosi, almeno più di un centinaio, la Famiglia si chiama Gente.

LA NOBILTA' TRIBALE RETTILIANA

LA NOBILTA’ TRIBALE RETTILIANA secondo la classificazione dell'Era del Disarmo: le fonti sulla struttura sociale dei Lacerta note, provengono quasi esclusivamente dalla sezione archivistica Sirianide. Non è quindi certo come vensse intesa la vita sociale nei Lacerta prima dell'avvento Sirianide nel suo mondo.

Come si suddividono le gerarchie e i ruoli all’interno della società tribale rettiliana? Abbiamo potuto osservare la compagine generale della società di Lacerta L., ma adesso ci addentriamo nei ruoli veri e propri e nella nobiltà diretta ( sangue) e indiretta ( merito) delle cariche al vertice di una Tribù.

Prendiamo per ora le Tribù Reali.

A capo della Tribù Reale vi è un Patriarca \ Rettore, che possiede un titolo diretto ( di sangue) e quindi può essere un Patriarca di Granducato o di Priorato.
Le massime cariche di cui può essere investito un Patriarca sono infatti il titoli di GRANDUCA o di PRIORE.
Il Granduca proviene dalla casta guerriera, come il Duca, si dice infatti che siano nobili ‘Capi d’Arme’, ovvero la loro regalità discende direttamente dalla Casa Reale, nella guerra primigenia contro i Potechi.
Il Priore è al di sopra del Granduca come pregio di titolo, si avvale del titolo un po’ desueto, di Priorduca.
Il Ducato Reale è la terra occupata dalla Tribù di un Granduca o di un Priore. E’ il massimo appellativo per indicare il grado al vertice della gerarchia familiare delle Lacerta L., oltre il Ducato Reale, vi è la Casa Reale, ovvero il Regno.

Il Granduca può gestire un Granducato e un Priore un Priorato, si sale al Ducato reale, quando subentra un evento tale da far sì che il Re crei dal precedente lignaggio il grado ulteriore. Sono rarissimi i casi di creazione di Ducati Reali, attualmente abbiamo due soli Ducati Reali esistenti.

In una Tribù invece si hanno le cariche appena al di sotto del Granduca, in ordine di importanza elenchiamo le classi:

Duca
Conte
Proconsole
Libero \ Console.

Il Duca abbiamo detto è un Patriarca proveniente direttamente dalla casta guerriera. In pratica è un parente del Re, se osserviamo la sua genealogia, anche alla lontana troviamo origini comuni al sovrano.

Il Conte invece è un Patriarca della casta dei filosofi, non guerriera, probabilmente proveniente dalle Famiglie dei Filosofi Shuoniani dei deserti, il quale per merito si è conquistato la fiducia del Re. Un Conte e il suo Contado quindi spesso sono abitati da rettili non Amriani, non discendenti quindi direttamente dalla Casa Reale. I quali, però, hanno giurato lealtà al Sire. Duchi e Conti non sempre hanno stanno in un rapporto di rispettiva superiorità e inferiorità.
Ci sono casi in cui un Patriarca Conte sostenendo economicamente gli sforzi militari del Re, alla vittoria del Sovrano, riceva da questi il premio di essere Conte-Primo, ovvero è concesso, sia pure non per sangue, al Patriarca di porsi su piano superiore di Regalità ( ma non di Genealogia). Se il tempo passa, e all’interno della sua Tribù si intrecciano matrimoni mirati, il Contado può prendere la Regalità Ducale ( sempre per via materna) e passare al grado di Ducato. Il Conte diviene Duca anzi Arciduca, perché si suppone che provenga dal titolo di Conte-Primo.

E’ normale che un Arciduca sia sovente un Guerriero ‘acquisito’ alla casta, perché proviene dalla cessione di regalità del matrimonio.

Il Proconsole è un Patriarca proveniente dalla casta Guerriera come da quella Filosofica. Per meriti o per sangue domina una Tribù.

Il Libero è una figura inconcepibile per gli esseri umani. Infatti egli era dapprima solo un Suddito, Servitore di sua Maestà come ufficiale militare che ha ottenuto grandi successi, e quindi si è ‘liberato’ della sua condizione ‘borghese’ o addirittura della sua inferiorità plebea, ed è entrato a tutti gli effetti nella Genealogia Reale ( dapprima, come tutti i siriani, era nella Genealogia Tribale). Però non può sperare di essere inserito nei Matrimoni Reali e quindi di contribuire al sangue della Casa Reale.
Un Console è un rampollo della casta guerriera. Spesso ha ottenuto invidiabili successi militari, ha studiato come Ufficiale e ha fatto una lampante carriera. La sua linea di sangue è già nella Genealogia Reale, sin da quando è nata, appartenendo di fatto alla casta dominante, ma ancora non può effettuare Matrimoni Reali.



Introduzione alla Cronache delle Missioni

Introduzione a
“Le Cronache”



I
ritmi della gente a bordo di un’Astronave immersa nella spazio remoto, seguono un tempo diverso dal resto delle anime che affollano l’Universo conosciuto.
L’Astronave con la sua maestosa imponenza è un mondo in se, chiuso all’esterno freddo e pericoloso del cosmo.
All’interno della sua Carlinga bianco argentata vivono e nascono e muoiono persone che per tutta la loro esistenza navigano zone e spazi senza confini.
Non è facile andare a indagare la coscienza di questi esseri, il loro carattere ci sfugge il più delle volte, e la loro insita violenza nell’affrontare l’unica natura a loro conosciuta, quella siderale, ci fa riflettere sulla possibilità di essere loro amici.
I ritmi che scandiscono la vita di esseri all’interno di un’Astronave sono custoditi nei loro stessi racconti.
Sono i Racconti, chiamati Le Cronache, l’essenza di questo strano popolo di Rettili, viventi in una specie di corte chiusa, in un eterno inverno, chiusi dalle imponenti lamiere, protetti dall’esterno oscuro e gelido.
E il tempo scorre in questi racconti. Spesso animati da una tecnologia olografica di una limpidezza incredibile, spesso vissuti da chi li narra e li ascolta come in un Gioco di Ruolo. Non sappiamo molto su come si trasmettono le Cronache, forse appunto, vivendole in una realtà alternativa, virtuale, oppure in un gioco della Memoria collettiva di questo popolo.
Non sappiamo molto, ma quanto conosciamo sono queste pagine che fra non molto leggerete. Vi prego, pensate a coloro che l’hanno scritte, i sacrifici di un’esistenza così fredda, remota, impenetrabile…


LA ROSA DEI VENTI [i mondi paralleli di Staighài]

LA ROSA DEI VENTI [i mondi paralleli di Staighài]
racconto online grautito a puntate: vedi qui l'evolversi dell'avventura

Iside....

Verdi, Giuseppe - Gloria all'Egitto
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Poema

DE BELLO HOC NOSTRO
Libro I

I Fantasmi di Aiarha

Nascosta nei libri della storia
La primavera avanzava
Il mondo guardava sull’orlo
Della fine il deserto
Che scompariva mentre
Molti salutavano all’ultimo giorno
Le stanche file disserrate che scomposte
Risalivano le montagne.

continua qui
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7919522&a=2#last

Uomo Rettile


il mito dell’Uomo Rettile .
L’UOMO-RETTILE
NELL’ORRORE DEL MILLENNIO


Caro Amico Umano e Non,


‘Quando un viaggiatore, nel Massachuttes del centro nord, prende la strada sbagliata al bivio del Picco di Aylesbury, subito dopo Dean’sCorner, entra in un territorio solitatio e curioso’…

Siamo sulla Terra, e in il nostro narratore e un uomo dallo sguardo spento e dall’umore torbido come le acque di una palude, si chiama HP Lovercraft, e racconta questa storia nel 1928.
Ricordate la crescita straordinaria di Elisabeth in V-visitors?
Ci sono tracce di una simile evoluzione proprio in questo racconto: - ‘…La crescita di Wilbur era davvero fenomenale perché nel girodi tre mesi, aveva raggiunto una taglia che di solito non si trovavano nei bambini della sua età..’

Ora, l’Orrore di Dunwich narra di un paese scivolato fra i gorghi di un’oscura maledizione, i suoi onesti cittadini erano dediti ad un culto maledetto. E potenze sinistre, sconosciute, provenienti da un tempo e uno spazio celato nell’inferno, giorno dopo giorno si mescolarono agli abitanti, incrociandosi in oscene e deformi creature. Creature che vennero subito elevate a semidei.
Perché iniziare con un simile racconto?

Vi è uno dei miti più antichi dell’umanità: l’uomo – rettile. l’uomo – drago è un mito antico, che sorge alle origini della storia umana.
Non è un caso che HP Lovercraft prese come ispirazione il mondo mitico dei Sumeri, e non è un caso che prenderemo a osservare certi spunti nei suoi racconti. Nell’ ‘Orrore di Dunwich’ il mondo dei Sumeri viene ingoiato nell’abisso di un pantheon alieno, sepolto in qualche ventre cosmico, terrificante, ma assopito.

Lovercraft ci narra nel suo racconto, sempre a proposito degli abitanti di Dunwich: ‘Sono venuti a creare una razza a sé, con ben precise stigmate fisiche e mentali frutto della degenerazione, e dell’accoppiamento fra consanguinei. La loro intelligenza è sventuratamente bassa, mentre la loro storia trabocca di vizi praticati alla luce del sole di assassini e incesti nascosti a metà , e di imprese dalla violenza e perversità quasi immorale…’
Quando lo scrittore svela che le fattezze di questa specie sono quasi rettiliane, e nei suoi racconti questi 4 strani esseri ibridi fra salamandre, coccodrilli e umani, tornano ossessivamente, ci troviamo a vivere in un mondo dominato dalla Bibbia, e in un America che in parte coltiva un puritanesimo protestante in modo quasi morboso. Il Serpente è stato già confinato nel ruolo del Cattivo Messaggero, Legato a un mitema demoniaco che lo vedrà opposto per sempre alla luce divina. Eppure non è ancora morto quel mito, l’uomo – drago sopravvive nel mondo occidentale, sia pure in una luce opposta a quella dell’Eroe Civilizzatore Gilgamesh, venerato dai Sumeri.

I rettili sono cattivi. Ma il modo in cui HPL ha descritto l’intelligenza di quegli esseri mi aiuta ad accostare ancor più questi due topos dell’uomo –rettile. Non esalta certo l’intelletto delle creature che descrive. Ma in V non capita spesso di incontrare ‘geni’. Se fai caso, spesso i tecnici più umili di grado, i soldati semplici, e lo stesso Willy, sembrano quasi un po’ ‘appesantiti’, lenti. I loro ragionamenti sono lineari. La sentinella farà passare MD nel quartier generale in cambio di un topo, come se un soldato della Casa Bianca facesse passare Osama Bin Laden in cambio di un panino… In questa strana scarsità di acume c’è qualche indizio che mi piacerebbe tirar fuori.
E’vero, HPL è duro nel descrivere i suoi alieni. HPL nasconde e cela tutto. Ricordiamoci del suo pseudo-libro: Necronomicon, un inno alla teoria degli alieni assopiti sulla Terra, in attesa di riprendersela appena i tempi saranno maturi. Ma è tutto criptico, svelato racconto per racconto, sino al quadro completo, all’orrore che permea il mondo di Cthulu.

Osserviamo una notazione:
‘Wilbur non fu più visto da allora, senza un abito completo e perfettamente abbottonato…Quando veniva messo in disordine o si verificava una minaccia in tal senso, veniva preso dalla collera e dell’ansia…’

C’è ancora un passaggio che ci piacerebbe leggere assieme:
‘Le storie di Wathley si confusero per un decennio con la noramle vita di una comutà malsana, abituata alle eccentricità e assuefatta alle orge di Calendimaggio e di Ognissanti…’
HPL sembra aver intuito che il mito dell’uomo rettile sarebbe sopravvissuto ancora per ere nella memoria umana…



II

L’ALBERO DEL MONDO E IL SERPENTE DELLA VISIONE

Non c’è un’era narrata tanto remota come l’epoca della Creazione dell’uomo e della donna.
In quest’epoca, dovunque sulla terra, si affacciano gli dei.
Gilgamesh deve arginare l’impeto distruttore di Enkidu, il primo uomo, così Odino sta appeso impiccato a testa in basso per donare ai mortali le Rune…
Ma questa è soprattutto l’era dei semidei, degli uomini-drago.
I Maya narrano di un mito ancestrale, dell’Albero del Mondo il Wacah Chan, che dividendosi in due genera le fauci del Serpente della Visione, creatura o mostro cosmico, che fa da Porta al Xibalba, un specie di Oltremondo, nel quale vivono spiriti e umani e creature di altri dove…
Ancora nell’epoca antidiluviana compare un mostro rettile, che non si fa conoscere nella sua malvagità, ma porta notizie di dei e di mondi alieni.
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Il sovrano Maya era fisicamente l’asse della Terra. Tutto quello che realmente contava era incarnato nella persona del Re. Nel signore assoluto si materializzavano il destino e la forza del mondo. L’Albero della Vita, prima ancora di divenire l’Albero del Bene e del Male, era un asse tangibile, che scorreva nella regalità delle dinastie Maya.

Il Re era speculare all’Albero della Vita, uno stesso mito riflesso. E la comunicazione fra i mondi avveniva nelle trance che lo assalivano in cima alla ‘piramide-montagna’. C’è una somiglianza con un simbolismo che hai Ma la somiglianza si fa più viva se avviciniamo anche un altro elemento: La Pietra è la Montagna, per i Maya, forza matrice degli eventi. L’Albero del Mondo si fa Serpente della Visione, e collima i due mondi umano e spiritico, riportando l’infero nel cielo, e la terra nel mezzo delle dimesioni.