INTRODUZIONE

Lacerta2: La storia della guerra...

mercoledì 10 giugno 2009

I DANNATI

I DANNATI

L’abbordaggio avvenne in modo tanto rapido quanto feroce. Nessuno degli occupanti del cargo scappò al suo orrendo destino.
Il Capitano Nerr comandava le truppe da sbarco, gli Assaltatori di Sua Maestà.
Stirpe di guerrieri incapaci di pronunciare la parola Pietà. Cinquanta soldati d’equipaggio, tanto basta al Triang OLPOM per spargere la sua semenza di morte e follia.
Un equipaggio OLPOM è di quanto più diabolico possa partorire il sistema di Sirio.
Nerr comandava il decimo equipaggio Olpom di Stniux, una rotta non troppo battuta dalle Astronavi Madri, ma terra di caccia per quella banda di assassini.
I soldati di Nerr, maschi e femmine, indossavano tute completamente nere, e avevano l’usanza di portare un fazzoletto cinto sul capo, nero e oro, con lunghi nodi che scendevano sino alle spalle. Spesso si dipingevano sul volto i sigilli reali. Chiunque li abbia mai incontrati non può dimenticarseli per il resto della vita.

Ma questa volta Nerr e i suoi andarono troppo oltre. Troppo oltre spinsero la loro insolenza e caddero in un tunnel oscuro.
Il cargo contro il quale rivolsero le armi, era un apparecchio Ghaak, motivo ulteriore per odiare i suoi naviganti. La Nave trasportava solo sementi vegetali, spighe di un nuovo grano alieno, duro e resistente. E il suo cuore era costituito da uno strano quanto enigmatico sarcofago di granito nero come la notte.
Cosa vi fosse dentro nessuno avrebbe mai potuto sospettarlo.
Non un Siriano. E tantomeno un Siriano dell’equipaggio di Nerr.
La prua affusolata del Triax puntò sulla carlinga del cargo Ghaak, ed estroflessi i rostri la agganciò, perforandola con una facilità straordinaria.
I rostri erano di Kentium, un metallo Siriano pressoché invulnerabile, la carlinga si aprì come un foglio di carta tagliato da un temperino.
I soldati entrarono facilmente e assaltarono subito le due principali torri di guardia.
Nerr penetrò alla bonifica dei ponti.
Gli Olpom uccisero tutti i membri dell’equipaggio con un furore indicibile, accecati dall’odio verso la gente Gaak.
Il sangue inondò tutto, riversandosi a rivi sulle scale di congiungimento dei ponti, nella plancia di controllo vi fu una mattanza infernale.

E fu poi che Nerr giunse nel cuore del cargo.
Il sarcofago troneggiava solitario ed oscuro nel mezzo della grande sala spoglia, dalle pareti lisce come ghiaccio.

Nerr, l’invincibile eroe, che terrorizzò l’universo, temuto anche dai suoi superiori, al punto di lasciarlo comandare un’intera zona cosmica: Stniux, ora si trovava davanti a qualcosa che neppure la sua micidiale forza fisica avrebbe potuto sconfiggere. Di Nerr si raccontava che fosse il frutto di una passione proibita fra un comandante araman e un sacerdote di Shion, l’anatema degli antenati ramiani fu tale da imporgli un orrendo destino.
Queste voci, l’invidia per la sua incredibile forza fisica in guerra, la capacità di stratega, lo isolarono, rendendolo un feroce avversario delle Famiglie Siriane vicine al Casato di Araman. Ma anche i Maestri di Shion temevano questo individuo, dall’ira senza freni, che non conosceva la pietà in battaglia, che aveva in odio ogni legge scritta. Solo il suo equipaggio di reietti e di gente incapace di vivere senza combattere, gli rimase sempre fedele. Ora Nerr rimase solo davanti a quell’oscuro sarcofago di granito nero.

Vi si avvicinò, scorgendovi all’interno delle parole incise in modo perfettamente leggibile nella pietra granitica: erano parole in un linguaggio antico siriano, che Nerr conosceva, essendo un dialetto ancora parlato nella Regione ove nacque.

Anche la lingua di Nerr aveva un sapore sacrilego, essendo l’ultimo dei Linguaggi Neri degli Scuati, antichi guerrieri sciamani aborriti da tutte le Scuole di Shion e dimenticati dai Patriarchi di Raman.
Nerr lesse, fra lo stupore dei suoi soldati, che non sapevano parlare quella lingua infernale.

Un soldato gli si fece vicino e gli chiese cosa volesse dire quella frase così senza senso.
Nerr: - Un senso ce lo ha, in Siriano suona in questo modo: <>

Per un attimo nella mente di Nerr si configurò una costellazione remota, dimenticata, i cui nomi di stelle vennero rimossi dalla memoria collettiva del popolo siriano, e solo la tremenda sorte del guerriero permise di recare in eterno l’ultima narrazione di quegli eventi su mondi perduti.
Fu l’odio profondo verso se stesso, l’inganno nel quale cadde, quando decise di uccidere i Maestri soniani, e allontanandosi per sempre anche da Araman, perse la via della sua specie e prese a vagare nell’eterna tenebra dell’odio.

Fu ramingo nel regno dell’assassinio e dell’ingiustizia, e ora che ne era diventato un re, il suo gesto fu ancora più blasfemo.
In preda al furore fece inginocchiare il Custode del sarcofago.
Lo spogliò della sua armatura, e per oltraggio supremo abbattè la sua spada, Antiaka, in grado di spezzare anche il metallo più resistente sul suo collo.

La testa del Custode rotolò sino a sbattere sul sarcofago. In quell’esatto momento nel silenzio ghiacciato dei soldati presenti, raggi della luminescenza opale come la morte, scaturirono dal granito, e inondarono Nerr, assieme al suo equipaggio.
Accecato dall’odio per l’affronto Nerr, fece distruggere quel luogo, ordinando ai suoi di spregiare in tutti modi più turpi il cuore di quel cargo. E così fu fatto.

L’ira del Comandante era pari solo alla sua crudele fantasia, e riuscì a violare in un modo così odioso quel luogo da essere addirittura nauseabondo per alcuni suoi soldati.

Al contempo, mentre si stavano originando quelle azioni così abominevoli sul Cargo, a bordo di un’Astronave Madre, comandata da Komudux, del Casato di Araman, si verificarono alcune anomalie tecniche.
Fu Gheppo, della gente di on, ad avvertire Komudux. I due si rispettavano, anche se le casate erano fiere avversarie. Nessuno avrebbe discusso sulle capacità dell’altro. Komudux e Gheppo navigavano sulla Haitan 201, un’Astronave superba, innovativa, immensa, lungo la rotta bonificata proprio dal Triax Olpom di Stniux, la Nave di Nerr.

Fu esattamente allora che quelle anomalie divennero tali da dover arrestare alcune operazioni nei reattori dell’Antimateria. Gheppo avvertì Komudux che i motori avrebbero sofferto troppo se non fosse stata subito analizzata e riparata l’anomalia.

Ma mentre l’Ufficiale Ingengnere stava elucubrando sui sistemi in avaria, Lethijnn, addetta alle comunicazioni navali, riportò affannosamente al suo Comandante un messaggio giunto in quell’istante.
- Massima Urgenza. Codice Rosso da un Triang. Signore… Stanno in deriva! –
- Calmati, dimmi esattamente dov’è e quale Nave è in pericolo.-
- Triang Olpom Stniux, Comandante…-
Silenzio.
Gelo.
A lei, una piccola ragazza appena nominata al suo incarico, parve di bestemmiare, pronunciando quelle ultime parole davanti al suo capo.
- Sì… sei sicura, Lethijnn?- - Certo, signore, ho controllato tre volte! –
- E’ un Codice Rosso, allora muoviamoci, attiva tutti i protocolli del caso. –
Così fece, inoltrò il messaggio appena ricevuto a tutte le altre Navi nei paraggi, mentre una squadra si preparò per agganciare il Triang in difficoltà.
Ma al sentire nominare l’equipaggio in pericolo, gli operatori ebbero moti di incredulità. – Su, forza, non si tratta mica di orchi cattivi, no? E voi che cosa siete: bimbi dell’asilo o soldati?- disse il capitano della Squadra di Soccorso, esortando alla fretta i suoi soldati.

Orchi… chissà a cosa stessero pensando i giovanissimi operatori della Squadra…

Il Triang fu finalmente in vista, e cominciarono le operazioni di avvicinamento.
Intanto l’anomalia dei reattori non era ancora stata individuata in modo preciso.
Gheppo lavorava intensamente da ore, oramai, ma la causa di quel difetto non venne ancora scoperta.

A un certo punto, Gheppo sobbalzò, scattando all’indietro. Rimase per un istante immobile.
Incredulo ascoltò delle flessioni nelle prove acustiche dei suoi strumenti di controllo.
Sembravano dapprima fischi di vento insensati, poi si configurarono suoni più delineati in quelle che sembravano echi di parole sconnesse.
Quindi quell’eco si delineò in parole sempre più nette e si udì, come in una vecchissima frequenza radio: <>. Gheppo inorridì.

Non capiva i Linguaggi Neri degli Sciuati, ma la Gente di Shion ricordava bene le inclinazioni delle loro parole.
Possibile? Cosa andava fantasticando? Lui, un Ingegnere! Frequenze radio nello spazio più profondo, nei pressi delle Zone Nere, dove neppure giunge la luce! La cosa gli parve tanto impossibile quanto orrenda.

Cercò di riascoltare in modo più asettico quelle sfumature di onde radio.
Nulla, erano esattamente le stesse parole che avevano vibrato in modo così chiaro poco prima!
D’improvviso entrò nella sala dei computers – reattori un giovane tenente, accompagnato da un anziano ed esperto sergente. – Tutto bene qui? – disse, affannosamente, come se avesse dovuto correre per raggiungere Gheppo.
Il sergente aveva la pistola sfoderata.
Gheppo rimase perplesso: - Io?…io, sì…ehi, che vi prende?- Il sergente scosse il volto: - Ma che stava facendo? Abbiamo udito voci quaggiù. E secondo il mio ruolino dovrebbe esserci soltanto lei, Capitano, qui dentro! E’ una zona interdetta al resto dell’equipaggio!
- Signori…io quaggiù sono solo! –
- Impossibile!!- fece il Tenente - i nostri strumenti indicano almeno nove persone!! –

Poi quelle voci provenienti da quelle oscure frequenze ripresero.
Gli strumenti delle due Guardie di Sicurezza impazzirono. Sembrava infatti di essere attorniati da una decina di persone!
- Io non capisco, qui non c’è nessuno! – disse il Sergente.
- Infatti… - fece Gheppo. Ma sentite anche voi queste voci? –
- Chiaramente, Capitano! – rispose l’Ufficiale.
- Impossibile! Avete fatto funzionare una radio in questa zona dello Spazio? – chiese incredulo il Sergente.
- E’ assurdo, singori… - fece Gheppo.

L’ansia cresceva, mentre crescevano le voci dal nulla. – Ma voi riuscite a capire cosa dicono? – chiese.
– No, no, Capitano, non capisco una parola! Ma che diavolo di lingua parlano? – fece il Sergente.
Non ci volle molto per sapere che anche il resto dell’Astronave sentiva quella strana frequenza radio, spandersi fra i corridoi, i ponti, e gli hangar…

Il Comandante chiamò subito gli esperti, ma non giunsero ad alcuna conclusione, mentre gli strumenti rivelarono che a bordo erano presenti oltre all’equipaggio almeno un altro centinaio di persone…Impossibile! Ci furono ricerche ovunque e condotte con tutti i mezzi, ma nessun’altra persona saltò fuori oltre i membri dell’equipaggio.
Intanto giunse un messaggio dalla Squadra di Soccorso: aveva raggiunto il Triang, e si apprestava a entrarvi.
L’abbordaggio venne effettuato senza problemi.
I soldati scesero sul Ponte, e si misero all’opera. Portarono le barelle, le borse mediche e si misero a cercare gli abitanti del Triang.
Nulla. Silenzio.
Chiamarono.
Nessuna risposta.
Buio ovunque, freddo.
Reattori al limite minimo della tensione.
Continuarono a cercare.
Poi un chiarore giallastro li attirò in fondo a un tunnel verso una delle sale di armamento. Lì, davanti ad uno spettacolo infernale, il Sergente arrestò i suoi soldati. Corpi dell’equipaggio Olpom distrutti, macellati in assurda atrocità, sparsi ovunque sulle pareti, sul pavimento, addirittura smembrati nelle turbine di lancio… Non c’era nessun sopravvissuto a quella carneficina. Ma cos’era accaduto? Poi il Sergente osservò ancora la sua guida con i nomi e i numeri dell’equipaggio: dopo un’irreale e oscena conta di quelli che sarebbero dovuti essere corpi ricomposti, ne mancava uno all’appello: il Capitano Nerr .

I soldati lo cercarono ovunque.
Ma nulla. Sino al momento in cui uno di loro avvertì un vento gelido provenire da un altro ponte, il Pontile di Controllo.
Lui era lì, seduto alla poltrona di comando. Immobile. I suoi occhi erano bianchi.
Il volto grigio, e senza espressione.
Ma chi…cos’era, si chiesero i soccorritori. Fu Nerr a parlare, e disse: <>
Nessuno lo capì.
Quando il Sergente gli si fece vicino per aiutarlo, lui ringhiò in modo spaventoso, e parlò ancora:- Questo è un luogo di morti e un morto li sorveglia.- .
- cosa…cosa vuole dire, signore? – fece incredulo il Sergente.
Nerr era infatti perito nella carneficina assieme ai suoi. Probabilmente vi fu un contrattacco dei Ghaak che si vendicarono di quella profanazione.

Ma rimane il corpo di Nerr sulla poltrona di comando. I soldati che l’hanno chiaramente udito mentre disse quelle parole al Sergente. Cosa fosse effettivamente accaduto non è mai stato provato. L’anomalia sull’Astronave Madre scomparve e il Triang venne fatto implodere, perché troppo danneggiato.
Gli strumenti però non tacquero. Quelle presenze ancora si percepiscono. Ad oggi, anche noi, seconda generazione a bordo, possiamo udire quelle oscure frequenze radio, ogni tanto, fra i tunnel. Che Nerr fosse stato maledetto in un inferno eterno di non morte con i suoi soldati? Il mio Casato, la gente di Raman, non proferì mai una spiegazine, né i Maestri di Shion lo fecero.
Se ascolti le parole nel Linguaggio Nero degli Sciuati rabbrividisci, perché senti dentro di te che provengono dall’abisso dissepolto con l’indecenza dell’odio di Nerr e dei suoi.
E se percepisci quelle ombre avvicinarsi, avverti un ghiaccio interiore, quasi dovesse morire il tuo spirito. Ma se ascolti, nella Zona Nera una radio, sappi solo che lì non possono esserci frequenze radio, e che sono i soldati dannati di Nerr.

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Cos'è STAIGHAI...?

Uno Staigh è un clan di esseri alieni che vive nell'illegalità delle tenebre, nel sottosuolo delle grandi città umane terrestri. Vive e muore secondo un oscuro sistema di leggi e riti noti solo a loro, ma pericolosi tanto da mettere in discussione l'Ordime Mondiale o Nuovo Ordine del Mondo degli umani. Poichè l'Ordine Mondialeè sorto sulle basi di uno scellerato patto umano - alieno, questi clandestini si trovano a vivere contro ogni codice, sia sulla terra quanto sul loro pianeta. Un tempo vennero sul mondo umano per combattere e conpuistare il pianeta, poi avvenne il patto e loro si ritrovarono come una 'zavorra' scomoda per i loro stessi capi. Cacciati dal loro mondo perchè reduci pericolosi, interrati dalla memoria umana come criminali di guerra, ora i generali alieni si sono strutturati dei loro regni sotterranei, chiamati gli Staigh, o Staighài nella lingua degli alieni guerrieri, pronti a combattere e a difendere sino all'ultimo soldato la loro nuova e misteriosa esistenza, contro un sistema nato non col combattimento, ma dall'inganno...

Ci sono più cose fra il Cielo e la Terra....

Mozart, Wolfgang Amadeus - Requiem in D minor K 626 - Sequentia. Dies
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21. Pilgrims Chorus from Tannhauser (Wagner)
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Bach, Johann Sebastian - Agnus Dei
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LA TRIBU'

Secondo fonti sirianidi, l'organizzazione sociale nella protostoria dei Lacerta, vedeva una compagine simile a quanto si descrive nell'articolo che segue.

E’ la base dell’organizzazione sociale. Questo genere di struttura era preesistente all’avvento del potere di Araman, sia pure con modi, governi e persone molto differenti, la Tribù regolava sia la vita della casata di Shuoon, sia quella della casata di Araman.
Anticamente le Tribù seguivano una sorta di classificazione in base ai loro capi. Vi erano Tribù Sciamaniche, Tribù Guerriere, Tribù Venatorie, Tribù Agricole.
Queste ultime erano tipicamente associate a Shuoon, essendone il nucleo familiare primigenio. Non sussistevano difatti simili famiglie all’interno della Casa di Araman.

Le Tribù Agricole servivano la causa di sfamare il fabbisogno mondiale di cereali e vegetali, in mancanza della carne disponibile per tutti.
Successivamente con la presa del potere totale del Sovrano Intertribale, tali famiglie vennero relegate ai bassi ranghi della piramide politica e tanto che nelle Unioni Tribali i loro capi non hanno potere decisionale.

Il loro è quindi ad oggi un sistema tribale a Stato Passivo. I nobili non hanno cariche pubbliche né rivestono alcuna autorità religiosa. E i magazzini sono gestiti da elementi esterni alle famiglie.
Oggi il sistema della Tribù è rigidamente schematizzato, e non è suscettibile di ammodernamenti. Una Tribù è costituita da almeno venti Famiglie o Gente: I Potentati. Una Famiglia è a sua volta formata da un numero non determinabile di Clan. Se i Clan sono molto numerosi, almeno più di un centinaio, la Famiglia si chiama Gente.

LA NOBILTA' TRIBALE RETTILIANA

LA NOBILTA’ TRIBALE RETTILIANA secondo la classificazione dell'Era del Disarmo: le fonti sulla struttura sociale dei Lacerta note, provengono quasi esclusivamente dalla sezione archivistica Sirianide. Non è quindi certo come vensse intesa la vita sociale nei Lacerta prima dell'avvento Sirianide nel suo mondo.

Come si suddividono le gerarchie e i ruoli all’interno della società tribale rettiliana? Abbiamo potuto osservare la compagine generale della società di Lacerta L., ma adesso ci addentriamo nei ruoli veri e propri e nella nobiltà diretta ( sangue) e indiretta ( merito) delle cariche al vertice di una Tribù.

Prendiamo per ora le Tribù Reali.

A capo della Tribù Reale vi è un Patriarca \ Rettore, che possiede un titolo diretto ( di sangue) e quindi può essere un Patriarca di Granducato o di Priorato.
Le massime cariche di cui può essere investito un Patriarca sono infatti il titoli di GRANDUCA o di PRIORE.
Il Granduca proviene dalla casta guerriera, come il Duca, si dice infatti che siano nobili ‘Capi d’Arme’, ovvero la loro regalità discende direttamente dalla Casa Reale, nella guerra primigenia contro i Potechi.
Il Priore è al di sopra del Granduca come pregio di titolo, si avvale del titolo un po’ desueto, di Priorduca.
Il Ducato Reale è la terra occupata dalla Tribù di un Granduca o di un Priore. E’ il massimo appellativo per indicare il grado al vertice della gerarchia familiare delle Lacerta L., oltre il Ducato Reale, vi è la Casa Reale, ovvero il Regno.

Il Granduca può gestire un Granducato e un Priore un Priorato, si sale al Ducato reale, quando subentra un evento tale da far sì che il Re crei dal precedente lignaggio il grado ulteriore. Sono rarissimi i casi di creazione di Ducati Reali, attualmente abbiamo due soli Ducati Reali esistenti.

In una Tribù invece si hanno le cariche appena al di sotto del Granduca, in ordine di importanza elenchiamo le classi:

Duca
Conte
Proconsole
Libero \ Console.

Il Duca abbiamo detto è un Patriarca proveniente direttamente dalla casta guerriera. In pratica è un parente del Re, se osserviamo la sua genealogia, anche alla lontana troviamo origini comuni al sovrano.

Il Conte invece è un Patriarca della casta dei filosofi, non guerriera, probabilmente proveniente dalle Famiglie dei Filosofi Shuoniani dei deserti, il quale per merito si è conquistato la fiducia del Re. Un Conte e il suo Contado quindi spesso sono abitati da rettili non Amriani, non discendenti quindi direttamente dalla Casa Reale. I quali, però, hanno giurato lealtà al Sire. Duchi e Conti non sempre hanno stanno in un rapporto di rispettiva superiorità e inferiorità.
Ci sono casi in cui un Patriarca Conte sostenendo economicamente gli sforzi militari del Re, alla vittoria del Sovrano, riceva da questi il premio di essere Conte-Primo, ovvero è concesso, sia pure non per sangue, al Patriarca di porsi su piano superiore di Regalità ( ma non di Genealogia). Se il tempo passa, e all’interno della sua Tribù si intrecciano matrimoni mirati, il Contado può prendere la Regalità Ducale ( sempre per via materna) e passare al grado di Ducato. Il Conte diviene Duca anzi Arciduca, perché si suppone che provenga dal titolo di Conte-Primo.

E’ normale che un Arciduca sia sovente un Guerriero ‘acquisito’ alla casta, perché proviene dalla cessione di regalità del matrimonio.

Il Proconsole è un Patriarca proveniente dalla casta Guerriera come da quella Filosofica. Per meriti o per sangue domina una Tribù.

Il Libero è una figura inconcepibile per gli esseri umani. Infatti egli era dapprima solo un Suddito, Servitore di sua Maestà come ufficiale militare che ha ottenuto grandi successi, e quindi si è ‘liberato’ della sua condizione ‘borghese’ o addirittura della sua inferiorità plebea, ed è entrato a tutti gli effetti nella Genealogia Reale ( dapprima, come tutti i siriani, era nella Genealogia Tribale). Però non può sperare di essere inserito nei Matrimoni Reali e quindi di contribuire al sangue della Casa Reale.
Un Console è un rampollo della casta guerriera. Spesso ha ottenuto invidiabili successi militari, ha studiato come Ufficiale e ha fatto una lampante carriera. La sua linea di sangue è già nella Genealogia Reale, sin da quando è nata, appartenendo di fatto alla casta dominante, ma ancora non può effettuare Matrimoni Reali.



Introduzione alla Cronache delle Missioni

Introduzione a
“Le Cronache”



I
ritmi della gente a bordo di un’Astronave immersa nella spazio remoto, seguono un tempo diverso dal resto delle anime che affollano l’Universo conosciuto.
L’Astronave con la sua maestosa imponenza è un mondo in se, chiuso all’esterno freddo e pericoloso del cosmo.
All’interno della sua Carlinga bianco argentata vivono e nascono e muoiono persone che per tutta la loro esistenza navigano zone e spazi senza confini.
Non è facile andare a indagare la coscienza di questi esseri, il loro carattere ci sfugge il più delle volte, e la loro insita violenza nell’affrontare l’unica natura a loro conosciuta, quella siderale, ci fa riflettere sulla possibilità di essere loro amici.
I ritmi che scandiscono la vita di esseri all’interno di un’Astronave sono custoditi nei loro stessi racconti.
Sono i Racconti, chiamati Le Cronache, l’essenza di questo strano popolo di Rettili, viventi in una specie di corte chiusa, in un eterno inverno, chiusi dalle imponenti lamiere, protetti dall’esterno oscuro e gelido.
E il tempo scorre in questi racconti. Spesso animati da una tecnologia olografica di una limpidezza incredibile, spesso vissuti da chi li narra e li ascolta come in un Gioco di Ruolo. Non sappiamo molto su come si trasmettono le Cronache, forse appunto, vivendole in una realtà alternativa, virtuale, oppure in un gioco della Memoria collettiva di questo popolo.
Non sappiamo molto, ma quanto conosciamo sono queste pagine che fra non molto leggerete. Vi prego, pensate a coloro che l’hanno scritte, i sacrifici di un’esistenza così fredda, remota, impenetrabile…


LA ROSA DEI VENTI [i mondi paralleli di Staighài]

LA ROSA DEI VENTI [i mondi paralleli di Staighài]
racconto online grautito a puntate: vedi qui l'evolversi dell'avventura

Iside....

Verdi, Giuseppe - Gloria all'Egitto
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Poema

DE BELLO HOC NOSTRO
Libro I

I Fantasmi di Aiarha

Nascosta nei libri della storia
La primavera avanzava
Il mondo guardava sull’orlo
Della fine il deserto
Che scompariva mentre
Molti salutavano all’ultimo giorno
Le stanche file disserrate che scomposte
Risalivano le montagne.

continua qui
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7919522&a=2#last

Uomo Rettile


il mito dell’Uomo Rettile .
L’UOMO-RETTILE
NELL’ORRORE DEL MILLENNIO


Caro Amico Umano e Non,


‘Quando un viaggiatore, nel Massachuttes del centro nord, prende la strada sbagliata al bivio del Picco di Aylesbury, subito dopo Dean’sCorner, entra in un territorio solitatio e curioso’…

Siamo sulla Terra, e in il nostro narratore e un uomo dallo sguardo spento e dall’umore torbido come le acque di una palude, si chiama HP Lovercraft, e racconta questa storia nel 1928.
Ricordate la crescita straordinaria di Elisabeth in V-visitors?
Ci sono tracce di una simile evoluzione proprio in questo racconto: - ‘…La crescita di Wilbur era davvero fenomenale perché nel girodi tre mesi, aveva raggiunto una taglia che di solito non si trovavano nei bambini della sua età..’

Ora, l’Orrore di Dunwich narra di un paese scivolato fra i gorghi di un’oscura maledizione, i suoi onesti cittadini erano dediti ad un culto maledetto. E potenze sinistre, sconosciute, provenienti da un tempo e uno spazio celato nell’inferno, giorno dopo giorno si mescolarono agli abitanti, incrociandosi in oscene e deformi creature. Creature che vennero subito elevate a semidei.
Perché iniziare con un simile racconto?

Vi è uno dei miti più antichi dell’umanità: l’uomo – rettile. l’uomo – drago è un mito antico, che sorge alle origini della storia umana.
Non è un caso che HP Lovercraft prese come ispirazione il mondo mitico dei Sumeri, e non è un caso che prenderemo a osservare certi spunti nei suoi racconti. Nell’ ‘Orrore di Dunwich’ il mondo dei Sumeri viene ingoiato nell’abisso di un pantheon alieno, sepolto in qualche ventre cosmico, terrificante, ma assopito.

Lovercraft ci narra nel suo racconto, sempre a proposito degli abitanti di Dunwich: ‘Sono venuti a creare una razza a sé, con ben precise stigmate fisiche e mentali frutto della degenerazione, e dell’accoppiamento fra consanguinei. La loro intelligenza è sventuratamente bassa, mentre la loro storia trabocca di vizi praticati alla luce del sole di assassini e incesti nascosti a metà , e di imprese dalla violenza e perversità quasi immorale…’
Quando lo scrittore svela che le fattezze di questa specie sono quasi rettiliane, e nei suoi racconti questi 4 strani esseri ibridi fra salamandre, coccodrilli e umani, tornano ossessivamente, ci troviamo a vivere in un mondo dominato dalla Bibbia, e in un America che in parte coltiva un puritanesimo protestante in modo quasi morboso. Il Serpente è stato già confinato nel ruolo del Cattivo Messaggero, Legato a un mitema demoniaco che lo vedrà opposto per sempre alla luce divina. Eppure non è ancora morto quel mito, l’uomo – drago sopravvive nel mondo occidentale, sia pure in una luce opposta a quella dell’Eroe Civilizzatore Gilgamesh, venerato dai Sumeri.

I rettili sono cattivi. Ma il modo in cui HPL ha descritto l’intelligenza di quegli esseri mi aiuta ad accostare ancor più questi due topos dell’uomo –rettile. Non esalta certo l’intelletto delle creature che descrive. Ma in V non capita spesso di incontrare ‘geni’. Se fai caso, spesso i tecnici più umili di grado, i soldati semplici, e lo stesso Willy, sembrano quasi un po’ ‘appesantiti’, lenti. I loro ragionamenti sono lineari. La sentinella farà passare MD nel quartier generale in cambio di un topo, come se un soldato della Casa Bianca facesse passare Osama Bin Laden in cambio di un panino… In questa strana scarsità di acume c’è qualche indizio che mi piacerebbe tirar fuori.
E’vero, HPL è duro nel descrivere i suoi alieni. HPL nasconde e cela tutto. Ricordiamoci del suo pseudo-libro: Necronomicon, un inno alla teoria degli alieni assopiti sulla Terra, in attesa di riprendersela appena i tempi saranno maturi. Ma è tutto criptico, svelato racconto per racconto, sino al quadro completo, all’orrore che permea il mondo di Cthulu.

Osserviamo una notazione:
‘Wilbur non fu più visto da allora, senza un abito completo e perfettamente abbottonato…Quando veniva messo in disordine o si verificava una minaccia in tal senso, veniva preso dalla collera e dell’ansia…’

C’è ancora un passaggio che ci piacerebbe leggere assieme:
‘Le storie di Wathley si confusero per un decennio con la noramle vita di una comutà malsana, abituata alle eccentricità e assuefatta alle orge di Calendimaggio e di Ognissanti…’
HPL sembra aver intuito che il mito dell’uomo rettile sarebbe sopravvissuto ancora per ere nella memoria umana…



II

L’ALBERO DEL MONDO E IL SERPENTE DELLA VISIONE

Non c’è un’era narrata tanto remota come l’epoca della Creazione dell’uomo e della donna.
In quest’epoca, dovunque sulla terra, si affacciano gli dei.
Gilgamesh deve arginare l’impeto distruttore di Enkidu, il primo uomo, così Odino sta appeso impiccato a testa in basso per donare ai mortali le Rune…
Ma questa è soprattutto l’era dei semidei, degli uomini-drago.
I Maya narrano di un mito ancestrale, dell’Albero del Mondo il Wacah Chan, che dividendosi in due genera le fauci del Serpente della Visione, creatura o mostro cosmico, che fa da Porta al Xibalba, un specie di Oltremondo, nel quale vivono spiriti e umani e creature di altri dove…
Ancora nell’epoca antidiluviana compare un mostro rettile, che non si fa conoscere nella sua malvagità, ma porta notizie di dei e di mondi alieni.
.
Il sovrano Maya era fisicamente l’asse della Terra. Tutto quello che realmente contava era incarnato nella persona del Re. Nel signore assoluto si materializzavano il destino e la forza del mondo. L’Albero della Vita, prima ancora di divenire l’Albero del Bene e del Male, era un asse tangibile, che scorreva nella regalità delle dinastie Maya.

Il Re era speculare all’Albero della Vita, uno stesso mito riflesso. E la comunicazione fra i mondi avveniva nelle trance che lo assalivano in cima alla ‘piramide-montagna’. C’è una somiglianza con un simbolismo che hai Ma la somiglianza si fa più viva se avviciniamo anche un altro elemento: La Pietra è la Montagna, per i Maya, forza matrice degli eventi. L’Albero del Mondo si fa Serpente della Visione, e collima i due mondi umano e spiritico, riportando l’infero nel cielo, e la terra nel mezzo delle dimesioni.