INTRODUZIONE

Lacerta2: La storia della guerra...

martedì 23 giugno 2009

I GIORNI DEL SAURO 3

Erano prossimi, in fine della storia, a realizzare il loro destino.
Anni Luce di viaggio, la loro vita resa per sempre sui ponti delle immense astronavi, passando di mondo in mondo, attraverso le innumerevoli dimensioni della Fisica.
Momenti scanditi come la polvere di una clessidra collettiva, da pensieri rimasti a casa, sulle verande delle fattorie, fra i campi di grano, e nelle mandrie.
L'echeggiare della loro storia tornava impetuoso come un rio di una giungla pluviale, creando nebbie di ricordi.
Isoltati dal loro mondo originario, perso per sempre, cominciarono a ricordare cosa accadde...


accade prima di adesso:

L’INGANNO

L’aria friggeva di sangue ancora caldo mentre evaporava dai corpi dei soldati morti, sparsi su tutta l’infinita pianura. Il vento del nord est sfiatava la sua corsa dal mare aggredendo i superstiti, rendendo i loro corpi, le loro membra e il loro nervi rigidi come stoccafissi. La linea del fronte aveva ceduto. La neve era impastata al sangue e alla terra, in una poltiglia che rimodellava i fianchi delle lievi alture. Ma su quale parte in gioco avesse vinto non era affatto chiaro ancora. Le moltitudini di cadaveri sembravano ridisegnare nuovi ranghi, di un esercito spettrale le cui fila erano quasi senza fine. Cercai di governare in modo dignitoso la ripiegata dei miei, avevo solo un pugno di combattenti, ma li dovevo ricondurre a casa. A casa… mi veniva spesso da ridere pensando a questa parola. Quei disgraziati una casa l’avevano ancora? Da quanto tempo combattevamo ormai? Anni? Decine di anni? Secoli? Chi più si ricorda ora la strada verso casa? Per quel che mi riguarda, se mai un tempo l’ebbi mai avuta, ora di sicuro non possedevo più neppure una famiglia a casa. Per il resto dei miei soldati credo fosse lo stesso. Femmine? Avevo perso tutte le guerriere, e due anni fa cominciò a circolare quello che dapprima sembrava essere un attacco psicologico del nemico, ma poi coll’andare avanti del combattimento, divenne palese come una reale tattica di guerra: a casa ci stavano sterminando le nostre donne. Una tiepida mattina di primavera l’anno scorso, uno stormo metallico bianco passò sulle nostre teste, tanti apparecchi che si muovevano come un’unica creatura nel cielo. La creature poliedrica vaporizzò nell’aria una nube azzurro-gialla, che si raffreddò e cadde su di noi come grandine. Pezzi di uno strano ghiaccio secco grossi come pugni ci piovvero addosso. Ma il dolore per i colpi non fu nulla in confronto a quanto venne in seguito. I cristalli caddero in terra, il sole li fuse e vaporizzarono. Il fumo dei loro vapori sembrò intossicarci, ma mentre i soldati maschi non ebbero nulla di peggio che un’irritante tosse secca, le femmine cominciarono a vomitare sangue, a cadere in terra contorcendosi, e poi l’una dopo l’altra morirono. A quel punto non rimase che la guerra. Noi e i morti: noi e la guerra. Dovevamo ancora combattere, perché ormai indietro non saremmo più tornati.

Ora della Sesta Armata Corrazzata Reale d’Attacco, la SACRA, non rimanevano che ombre di un passato oscuro, immemori della loro via di ritorno, destinate a errare per combattere, nel resto dei secoli da vivere attraverso la storia. Eravamo rimasti pochi gruppi di combattenti, circa nove reparti, il mio era ridotto a sei-otto individui, ero un capitano e avevo ora la responsabilità, essendo morto il nostro arcoonte (voi lo chiamereste colonnello). Mi elessero Duca, ma che devo dire? A furor popolare di un popolo senza più furore…
Arrancavamo nella taiga, sommersi dalla neve mordente sino alle ginoscchia, quando comparve quasi dal nulla un essere alto due metri e mezzo, dalla corazza dorata e la divisa bianca. Il gruppo si compattò, sguainammo le uniche armi possibili rimaste: le nostre spade. Era uno della parte nemica, e dall’aspetto di quell’ufficiale, mi parve essere la parte vincente.
- Siete la SACRA? - eruppe con una voce profonda, altisonante.
Voltai lo sguardo verso i miei guerrieri sopravissuti e replicai:
- La sacra comprendeva un organico belligerante di trecentomila combattenti, ventimila apparecchi cingolati, diecimila puntatori laser, centomila vettori siluranti terra-aria e terra-terra, mille batterie a pressione aerea e un milione di frequenze d’abbattimento…. Secondo lei questa che vede è la SACRA? -
L’ufficiale si sganciò l’elmetto aureo e argentato, scosse il capo, muovendo dei folti capelli bianco d’oro: - per quel che vedo, questo manipolo di valorosi è ancora la SACRA. - .
Ci guardammo perplessi fra noi.
- Posso sapere con chi ho l’onore di parlare? - chiesi.
- Certamente, capitano. Io sono Gheshan Thun, della famiglia dei Thun-Baill, vengo da un avamposto della mia specie non molto distante da qui.
E mi chiedevo come fosse andata a finire la guerra. -
- Parlate della guerra come di una partita a palla…-
-Per come la vediamo noi non c’è molta differenza. Ma nonostante abbiamo provato orrore nel vedere come un esercito di valorosi è stato distrutto, non siamo potuti intervenire. -
- Intervenire? Chi siete dunque? Uno dei signori della luce? -
Il modo di parlare di quell’individuo, l’abbigliamento ora divenuto un immacolato unico manto bianco, forse per un effetto dovuto alla temperatura in discesa, lo sguardo abissale per profondità, ma sostanzialmente senza espressione, mi ricordava molto la figura di uno degli ‘ambasciatori’ che durante quegli assurdi anni di guerra, avevano effettuato diversi quanto inutili tentativi di rappacificare le parti.
- Vi hanno terminato le donne. - fece, senza troppe manfrine.
- lo sappiamo, signore.
- che farete ora? - continuò
- Non so…cercheremo un nuovo modo di esistere.
Feci senza neppure crederci molto.
- Esistere? Pensate di avere del tempo ancora a vostra disposizione?
- dovremmo morire dunque, secondo voi? - replicai infastidito.
-Morire? Oh, no, no… per carità non fraintendetemi. Perdervi sarebbe per noi una grande sconfitta.
- in che senso state parlando, signore?
- Nel senso che ho il compito di rintracciare i sopravvissuti della SACRA e condurli in salvo. Ora ho trovato il suo gruppo, capitano. E vorrei che la vostra nuova esistenza cominciasse con noi. Sapete chi sono, e di cosa è capace la mia razza, vero?
- So chi siete e da dove venite, signore. Non posso fare altro che ringraziarvi per il vostro intervento…
- State morendo Capitano Khann Iurchi, quanto tempo pensa di poter mantenere in vita il suo gruppo di eroi? La temperatura scenderà ancora e poi ancora…stiamo entrando nel buio della notte invernale. Vi saranno almeno due anni di oscurità, e che pensate di fare?
- Abbiamo combattuto con la notte invernale… - feci, ma era come se quell’essere sapesse dove volevamo arrivare.
- Il suo orgoglio le fa onore, e i suoi soldati meritano ogni rispetto. - continuò - ma se non accetta la mia proposta sarete condannati a una morte senza nome. Soli, in mezzo alla neve, uno ad uno. Chi più ricorderà la vostra gloriosa vita, il vostro ardimento, la vostra epica battaglia?
- abbiamo perso, signore. E non è stata epica, è stato un macello. Abbiamo perso definitivamente…
- Comprendo il suo disincanto e il suo dolore, Capitano del Clan Irchunn shan, so bene che siete gente d’onore e d’arme.
- Voi sapete tante cose su di noi, signore.
- Già. Da secoli seguiamo la vostra razza, e so che combattete per difendere l’esistenza della specie contro forze coalizzate contro di voi.
- ci sono due mondi che vorrebbero la nostra estinzione e forse oggi ci sono riusciti. - replicai.
- Venga con il suo manipolo assieme a me, mi segua alla mia base. - fece, come se stesse gettando sul tavolo da gioco un’offerta irrinunciabile.
Guardai i miei soldati. Erano corpi avvolti in cenci grigi, che forse già si erano preparati a morire. Il ghiaccio mordeva feroce le loro mani, le unghie erano cadute dai loro artigli, la carne delle braccia e del volto era quasi esposta ormai all’aria. La pelle si era bruciata. Le ferite di alcuni puzzavano di marcio. La fame ci faceva nutrire ormai dei nostri morti: una fonte inesorabile di cibo, visto che costellavano la taiga sino all’orizzonte percepibile. Non avevamo più alcun motivo per tornare. Il nostro mondo era crollato sotto l’urto devastante di civiltà dalle tecnologie belliche superiori. Il nostro sistema di vita come lo conoscevamo era terminato.
- E i vincitori? Che fanno? - chiesi
- Loro convengono che un nuovo ordine mondiale senza di voi sopravvissuti non potrebbe esistere.
- questa mi suona grossa! Ci reputano al pari di animali e ora vogliono governare assieme a noi?
- No, Capitano, non fraintendermi. Loro vi annienterebbero seduta stante. Ma siamo noi che abbiamo posto un freno alla loro smania, perché siamo noi che riteniamo impossibile governare e creare un nuovo sistema senza di voi.
- Ci avrebbero inseguito anche durante la nostra ‘ritirata’?
- Sì, Kann Iurchi, vi avrebbero braccati sin nel cuore della taiga, e avrebbero completato la loro missione: sterminarvi.
- Perché si sono fermati dunque?
- Perché le abbiamo convinti a posare le loro energie in un progetto infinitamente più utile. Ora la guerra l’hanno vinta, e non c’è motivo di sprecare altre vite. I loro generali sotto il nostro consiglio si sono impegnati a non incalzarvi, lasciandoci svolgere il nostro compito. Voi siete essenziali al nostro disegno. -
- Ma adesso chi comanda in questo mondo?
- Noi siamo i ‘direttori d’orchestra’. Ma in un’orchestra ogni strumento suona e compone la sua parte. Nessuno strumento è più importante di un altro, altrimenti la sinfonia stona e fallisce.
- E quale è la vostra sinfonia, signore?
- Tanto tempo fa ci fu chi ci ingannò, rubandoci quanto di più prezioso avevamo… e condannandoci tutti a dover lottare per sopravvivere, mentre lui si appropriò del più bel mondo possibile. Noi torneremo in quel mondo, sistemeremo le cose, e ciascuna razza avrà una vita migliore, senza più morte. Il responsabile di questo scempio dovrà ridarci quanto ci tolse, non in battaglia, ma col tradimento. Ecco perché il mondo ha bisogno di guerrieri e gente d’onore come i suoi soldati, Khann Iurchi. -.

Seguimmo l’essere della luce sin nella sua base.
Il posto era di una purezza eccezionale. Ricavato all’interno della montagna, era un rifugio in cui l’aria sembrava eterna e pulita, le luci erano calde e diffuse, e gli abitanti sembravano appartenere a specie diverse, alcuni che non ebbi mai modo di conoscere, altri che mi sembravano familiari.
- Bentornato Gheshan. -
Fece un ufficiale del luogo, avvolto da un pesante mantello bianco come la luce.
- Grazie Muasart. - replicò
- Vedo che hai portato a termine la missione, me ne compiaccio. - fece, guardandomi , poi si rivolse a me: - Sono contento che il clan di Iurchunn sia ancora vivo! -.
Feci un gesto con la mano per porgere la mia gratitudine, ma l’ufficiale mi guardò con un ciglio strano. Rimase immobile. Poi sussurrò, con tono molto pacato: - Dobbiamo avere cura di essere sempre consapevoli del nostro modo di muoverci, Khann Iurchi… Credo che Gheshan saprà istruirla molto bene su questo… Lei creerà una nuova generazione di rettili, capaci di tenere in mano un potere vastissimo, saranno i pilastri di un nuovo ordine mondiale. Ma prima bisogna imparare a gestire il proprio corpo per poter comandare su altri corpi. - .
Detto questo l’ufficiale guardò Gheshan, il quale rimase assolutamente impassibile, e si congedò.

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Cos'è STAIGHAI...?

Uno Staigh è un clan di esseri alieni che vive nell'illegalità delle tenebre, nel sottosuolo delle grandi città umane terrestri. Vive e muore secondo un oscuro sistema di leggi e riti noti solo a loro, ma pericolosi tanto da mettere in discussione l'Ordime Mondiale o Nuovo Ordine del Mondo degli umani. Poichè l'Ordine Mondialeè sorto sulle basi di uno scellerato patto umano - alieno, questi clandestini si trovano a vivere contro ogni codice, sia sulla terra quanto sul loro pianeta. Un tempo vennero sul mondo umano per combattere e conpuistare il pianeta, poi avvenne il patto e loro si ritrovarono come una 'zavorra' scomoda per i loro stessi capi. Cacciati dal loro mondo perchè reduci pericolosi, interrati dalla memoria umana come criminali di guerra, ora i generali alieni si sono strutturati dei loro regni sotterranei, chiamati gli Staigh, o Staighài nella lingua degli alieni guerrieri, pronti a combattere e a difendere sino all'ultimo soldato la loro nuova e misteriosa esistenza, contro un sistema nato non col combattimento, ma dall'inganno...

Ci sono più cose fra il Cielo e la Terra....

Mozart, Wolfgang Amadeus - Requiem in D minor K 626 - Sequentia. Dies
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I GIORNI DEL SAURO

...Il Diario di Anhyan, e la vita di un equipaggio alieno a bordo di un'Astronave mentre percorre il suo lungo viaggio, verrà pubblicato settimanalmente sul blog....
.....seguiteci nell'abisso delle infinità cosmiche....

...Orazio, di quanto ne sogni la tua filosofia

21. Pilgrims Chorus from Tannhauser (Wagner)
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Bach, Johann Sebastian - Agnus Dei
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LA TRIBU'

Secondo fonti sirianidi, l'organizzazione sociale nella protostoria dei Lacerta, vedeva una compagine simile a quanto si descrive nell'articolo che segue.

E’ la base dell’organizzazione sociale. Questo genere di struttura era preesistente all’avvento del potere di Araman, sia pure con modi, governi e persone molto differenti, la Tribù regolava sia la vita della casata di Shuoon, sia quella della casata di Araman.
Anticamente le Tribù seguivano una sorta di classificazione in base ai loro capi. Vi erano Tribù Sciamaniche, Tribù Guerriere, Tribù Venatorie, Tribù Agricole.
Queste ultime erano tipicamente associate a Shuoon, essendone il nucleo familiare primigenio. Non sussistevano difatti simili famiglie all’interno della Casa di Araman.

Le Tribù Agricole servivano la causa di sfamare il fabbisogno mondiale di cereali e vegetali, in mancanza della carne disponibile per tutti.
Successivamente con la presa del potere totale del Sovrano Intertribale, tali famiglie vennero relegate ai bassi ranghi della piramide politica e tanto che nelle Unioni Tribali i loro capi non hanno potere decisionale.

Il loro è quindi ad oggi un sistema tribale a Stato Passivo. I nobili non hanno cariche pubbliche né rivestono alcuna autorità religiosa. E i magazzini sono gestiti da elementi esterni alle famiglie.
Oggi il sistema della Tribù è rigidamente schematizzato, e non è suscettibile di ammodernamenti. Una Tribù è costituita da almeno venti Famiglie o Gente: I Potentati. Una Famiglia è a sua volta formata da un numero non determinabile di Clan. Se i Clan sono molto numerosi, almeno più di un centinaio, la Famiglia si chiama Gente.

LA NOBILTA' TRIBALE RETTILIANA

LA NOBILTA’ TRIBALE RETTILIANA secondo la classificazione dell'Era del Disarmo: le fonti sulla struttura sociale dei Lacerta note, provengono quasi esclusivamente dalla sezione archivistica Sirianide. Non è quindi certo come vensse intesa la vita sociale nei Lacerta prima dell'avvento Sirianide nel suo mondo.

Come si suddividono le gerarchie e i ruoli all’interno della società tribale rettiliana? Abbiamo potuto osservare la compagine generale della società di Lacerta L., ma adesso ci addentriamo nei ruoli veri e propri e nella nobiltà diretta ( sangue) e indiretta ( merito) delle cariche al vertice di una Tribù.

Prendiamo per ora le Tribù Reali.

A capo della Tribù Reale vi è un Patriarca \ Rettore, che possiede un titolo diretto ( di sangue) e quindi può essere un Patriarca di Granducato o di Priorato.
Le massime cariche di cui può essere investito un Patriarca sono infatti il titoli di GRANDUCA o di PRIORE.
Il Granduca proviene dalla casta guerriera, come il Duca, si dice infatti che siano nobili ‘Capi d’Arme’, ovvero la loro regalità discende direttamente dalla Casa Reale, nella guerra primigenia contro i Potechi.
Il Priore è al di sopra del Granduca come pregio di titolo, si avvale del titolo un po’ desueto, di Priorduca.
Il Ducato Reale è la terra occupata dalla Tribù di un Granduca o di un Priore. E’ il massimo appellativo per indicare il grado al vertice della gerarchia familiare delle Lacerta L., oltre il Ducato Reale, vi è la Casa Reale, ovvero il Regno.

Il Granduca può gestire un Granducato e un Priore un Priorato, si sale al Ducato reale, quando subentra un evento tale da far sì che il Re crei dal precedente lignaggio il grado ulteriore. Sono rarissimi i casi di creazione di Ducati Reali, attualmente abbiamo due soli Ducati Reali esistenti.

In una Tribù invece si hanno le cariche appena al di sotto del Granduca, in ordine di importanza elenchiamo le classi:

Duca
Conte
Proconsole
Libero \ Console.

Il Duca abbiamo detto è un Patriarca proveniente direttamente dalla casta guerriera. In pratica è un parente del Re, se osserviamo la sua genealogia, anche alla lontana troviamo origini comuni al sovrano.

Il Conte invece è un Patriarca della casta dei filosofi, non guerriera, probabilmente proveniente dalle Famiglie dei Filosofi Shuoniani dei deserti, il quale per merito si è conquistato la fiducia del Re. Un Conte e il suo Contado quindi spesso sono abitati da rettili non Amriani, non discendenti quindi direttamente dalla Casa Reale. I quali, però, hanno giurato lealtà al Sire. Duchi e Conti non sempre hanno stanno in un rapporto di rispettiva superiorità e inferiorità.
Ci sono casi in cui un Patriarca Conte sostenendo economicamente gli sforzi militari del Re, alla vittoria del Sovrano, riceva da questi il premio di essere Conte-Primo, ovvero è concesso, sia pure non per sangue, al Patriarca di porsi su piano superiore di Regalità ( ma non di Genealogia). Se il tempo passa, e all’interno della sua Tribù si intrecciano matrimoni mirati, il Contado può prendere la Regalità Ducale ( sempre per via materna) e passare al grado di Ducato. Il Conte diviene Duca anzi Arciduca, perché si suppone che provenga dal titolo di Conte-Primo.

E’ normale che un Arciduca sia sovente un Guerriero ‘acquisito’ alla casta, perché proviene dalla cessione di regalità del matrimonio.

Il Proconsole è un Patriarca proveniente dalla casta Guerriera come da quella Filosofica. Per meriti o per sangue domina una Tribù.

Il Libero è una figura inconcepibile per gli esseri umani. Infatti egli era dapprima solo un Suddito, Servitore di sua Maestà come ufficiale militare che ha ottenuto grandi successi, e quindi si è ‘liberato’ della sua condizione ‘borghese’ o addirittura della sua inferiorità plebea, ed è entrato a tutti gli effetti nella Genealogia Reale ( dapprima, come tutti i siriani, era nella Genealogia Tribale). Però non può sperare di essere inserito nei Matrimoni Reali e quindi di contribuire al sangue della Casa Reale.
Un Console è un rampollo della casta guerriera. Spesso ha ottenuto invidiabili successi militari, ha studiato come Ufficiale e ha fatto una lampante carriera. La sua linea di sangue è già nella Genealogia Reale, sin da quando è nata, appartenendo di fatto alla casta dominante, ma ancora non può effettuare Matrimoni Reali.



Introduzione alla Cronache delle Missioni

Introduzione a
“Le Cronache”



I
ritmi della gente a bordo di un’Astronave immersa nella spazio remoto, seguono un tempo diverso dal resto delle anime che affollano l’Universo conosciuto.
L’Astronave con la sua maestosa imponenza è un mondo in se, chiuso all’esterno freddo e pericoloso del cosmo.
All’interno della sua Carlinga bianco argentata vivono e nascono e muoiono persone che per tutta la loro esistenza navigano zone e spazi senza confini.
Non è facile andare a indagare la coscienza di questi esseri, il loro carattere ci sfugge il più delle volte, e la loro insita violenza nell’affrontare l’unica natura a loro conosciuta, quella siderale, ci fa riflettere sulla possibilità di essere loro amici.
I ritmi che scandiscono la vita di esseri all’interno di un’Astronave sono custoditi nei loro stessi racconti.
Sono i Racconti, chiamati Le Cronache, l’essenza di questo strano popolo di Rettili, viventi in una specie di corte chiusa, in un eterno inverno, chiusi dalle imponenti lamiere, protetti dall’esterno oscuro e gelido.
E il tempo scorre in questi racconti. Spesso animati da una tecnologia olografica di una limpidezza incredibile, spesso vissuti da chi li narra e li ascolta come in un Gioco di Ruolo. Non sappiamo molto su come si trasmettono le Cronache, forse appunto, vivendole in una realtà alternativa, virtuale, oppure in un gioco della Memoria collettiva di questo popolo.
Non sappiamo molto, ma quanto conosciamo sono queste pagine che fra non molto leggerete. Vi prego, pensate a coloro che l’hanno scritte, i sacrifici di un’esistenza così fredda, remota, impenetrabile…


LA ROSA DEI VENTI [i mondi paralleli di Staighài]

LA ROSA DEI VENTI [i mondi paralleli di Staighài]
racconto online grautito a puntate: vedi qui l'evolversi dell'avventura

Iside....

Verdi, Giuseppe - Gloria all'Egitto
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Poema

DE BELLO HOC NOSTRO
Libro I

I Fantasmi di Aiarha

Nascosta nei libri della storia
La primavera avanzava
Il mondo guardava sull’orlo
Della fine il deserto
Che scompariva mentre
Molti salutavano all’ultimo giorno
Le stanche file disserrate che scomposte
Risalivano le montagne.

continua qui
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7919522&a=2#last

Uomo Rettile


il mito dell’Uomo Rettile .
L’UOMO-RETTILE
NELL’ORRORE DEL MILLENNIO


Caro Amico Umano e Non,


‘Quando un viaggiatore, nel Massachuttes del centro nord, prende la strada sbagliata al bivio del Picco di Aylesbury, subito dopo Dean’sCorner, entra in un territorio solitatio e curioso’…

Siamo sulla Terra, e in il nostro narratore e un uomo dallo sguardo spento e dall’umore torbido come le acque di una palude, si chiama HP Lovercraft, e racconta questa storia nel 1928.
Ricordate la crescita straordinaria di Elisabeth in V-visitors?
Ci sono tracce di una simile evoluzione proprio in questo racconto: - ‘…La crescita di Wilbur era davvero fenomenale perché nel girodi tre mesi, aveva raggiunto una taglia che di solito non si trovavano nei bambini della sua età..’

Ora, l’Orrore di Dunwich narra di un paese scivolato fra i gorghi di un’oscura maledizione, i suoi onesti cittadini erano dediti ad un culto maledetto. E potenze sinistre, sconosciute, provenienti da un tempo e uno spazio celato nell’inferno, giorno dopo giorno si mescolarono agli abitanti, incrociandosi in oscene e deformi creature. Creature che vennero subito elevate a semidei.
Perché iniziare con un simile racconto?

Vi è uno dei miti più antichi dell’umanità: l’uomo – rettile. l’uomo – drago è un mito antico, che sorge alle origini della storia umana.
Non è un caso che HP Lovercraft prese come ispirazione il mondo mitico dei Sumeri, e non è un caso che prenderemo a osservare certi spunti nei suoi racconti. Nell’ ‘Orrore di Dunwich’ il mondo dei Sumeri viene ingoiato nell’abisso di un pantheon alieno, sepolto in qualche ventre cosmico, terrificante, ma assopito.

Lovercraft ci narra nel suo racconto, sempre a proposito degli abitanti di Dunwich: ‘Sono venuti a creare una razza a sé, con ben precise stigmate fisiche e mentali frutto della degenerazione, e dell’accoppiamento fra consanguinei. La loro intelligenza è sventuratamente bassa, mentre la loro storia trabocca di vizi praticati alla luce del sole di assassini e incesti nascosti a metà , e di imprese dalla violenza e perversità quasi immorale…’
Quando lo scrittore svela che le fattezze di questa specie sono quasi rettiliane, e nei suoi racconti questi 4 strani esseri ibridi fra salamandre, coccodrilli e umani, tornano ossessivamente, ci troviamo a vivere in un mondo dominato dalla Bibbia, e in un America che in parte coltiva un puritanesimo protestante in modo quasi morboso. Il Serpente è stato già confinato nel ruolo del Cattivo Messaggero, Legato a un mitema demoniaco che lo vedrà opposto per sempre alla luce divina. Eppure non è ancora morto quel mito, l’uomo – drago sopravvive nel mondo occidentale, sia pure in una luce opposta a quella dell’Eroe Civilizzatore Gilgamesh, venerato dai Sumeri.

I rettili sono cattivi. Ma il modo in cui HPL ha descritto l’intelligenza di quegli esseri mi aiuta ad accostare ancor più questi due topos dell’uomo –rettile. Non esalta certo l’intelletto delle creature che descrive. Ma in V non capita spesso di incontrare ‘geni’. Se fai caso, spesso i tecnici più umili di grado, i soldati semplici, e lo stesso Willy, sembrano quasi un po’ ‘appesantiti’, lenti. I loro ragionamenti sono lineari. La sentinella farà passare MD nel quartier generale in cambio di un topo, come se un soldato della Casa Bianca facesse passare Osama Bin Laden in cambio di un panino… In questa strana scarsità di acume c’è qualche indizio che mi piacerebbe tirar fuori.
E’vero, HPL è duro nel descrivere i suoi alieni. HPL nasconde e cela tutto. Ricordiamoci del suo pseudo-libro: Necronomicon, un inno alla teoria degli alieni assopiti sulla Terra, in attesa di riprendersela appena i tempi saranno maturi. Ma è tutto criptico, svelato racconto per racconto, sino al quadro completo, all’orrore che permea il mondo di Cthulu.

Osserviamo una notazione:
‘Wilbur non fu più visto da allora, senza un abito completo e perfettamente abbottonato…Quando veniva messo in disordine o si verificava una minaccia in tal senso, veniva preso dalla collera e dell’ansia…’

C’è ancora un passaggio che ci piacerebbe leggere assieme:
‘Le storie di Wathley si confusero per un decennio con la noramle vita di una comutà malsana, abituata alle eccentricità e assuefatta alle orge di Calendimaggio e di Ognissanti…’
HPL sembra aver intuito che il mito dell’uomo rettile sarebbe sopravvissuto ancora per ere nella memoria umana…



II

L’ALBERO DEL MONDO E IL SERPENTE DELLA VISIONE

Non c’è un’era narrata tanto remota come l’epoca della Creazione dell’uomo e della donna.
In quest’epoca, dovunque sulla terra, si affacciano gli dei.
Gilgamesh deve arginare l’impeto distruttore di Enkidu, il primo uomo, così Odino sta appeso impiccato a testa in basso per donare ai mortali le Rune…
Ma questa è soprattutto l’era dei semidei, degli uomini-drago.
I Maya narrano di un mito ancestrale, dell’Albero del Mondo il Wacah Chan, che dividendosi in due genera le fauci del Serpente della Visione, creatura o mostro cosmico, che fa da Porta al Xibalba, un specie di Oltremondo, nel quale vivono spiriti e umani e creature di altri dove…
Ancora nell’epoca antidiluviana compare un mostro rettile, che non si fa conoscere nella sua malvagità, ma porta notizie di dei e di mondi alieni.
.
Il sovrano Maya era fisicamente l’asse della Terra. Tutto quello che realmente contava era incarnato nella persona del Re. Nel signore assoluto si materializzavano il destino e la forza del mondo. L’Albero della Vita, prima ancora di divenire l’Albero del Bene e del Male, era un asse tangibile, che scorreva nella regalità delle dinastie Maya.

Il Re era speculare all’Albero della Vita, uno stesso mito riflesso. E la comunicazione fra i mondi avveniva nelle trance che lo assalivano in cima alla ‘piramide-montagna’. C’è una somiglianza con un simbolismo che hai Ma la somiglianza si fa più viva se avviciniamo anche un altro elemento: La Pietra è la Montagna, per i Maya, forza matrice degli eventi. L’Albero del Mondo si fa Serpente della Visione, e collima i due mondi umano e spiritico, riportando l’infero nel cielo, e la terra nel mezzo delle dimesioni.